Una lontana sera del 1977, per puro caso, all’orecchio di Inaba Mayumi giunge un miagolio: seguendolo, s’imbatte in una gattina sola e in pericolo. Nessuna delle due può ancora intuirlo, ma quello è un incontro destinato a cambiare le esistenze di entrambe.

Presto Mii — così viene chiamato l’animale — diventa l’inseparabile compagna della   scrittrice: con lei gioca nel boschetto di un vecchio tempio, ammira le luci di Tōkyō, condivide i momenti difficili e quelli di profonda trasformazione, stringe amicizia con una bizzarra pittrice.

“Venti anni con il mio gatto” di Inaba Mayumi ripercorre tutta la vita di Mii, intervallandola con pensieri, ricordi e poesie dell’autrice. Il memoir è molto più di un semplice racconto tinto di gratitudine e nostalgia: è forte l’impressione, come ricorda la traduttrice Asuka Ozumi, che “per Inaba la scrittura abbia rappresentato un percorso catartico di accettazione ed elaborazione del lutto”, ma senza mai perdere leggerezza e poesia.