Che cosa significa fallire? Apparentemente, Kyŏngae e Sangsu sarebbero due persone più che adatte a spiegarlo: entrambi dipendenti di una grande azienda, sono da questa tenuti ai margini per un pretesto o l’altro a causa della loro storia personale e del loro carattere anticonvenzionale.
Se l’una ha fatto del sacrificio e del senso di giustizia una delle sue ragioni di vita senza curarsi se ciò la fa sembrare fuori posto e molesta, l’altro sfugge dalle pressioni di una famiglia sin troppo influente costruendosi online un’identità segreta femminile ed empatica.
Qual è il posto di due individui simili nella società coreana, che vede nel successo e nel denaro degli obiettivi imprescindibili? Questa è una delle domande che ci pone Kim Keum-Hee nel suo romanzo Il cuore dell’amore e del rispetto.
“Il ‘cuore’ del titolo“ evidenziano Cho Wonjung e Federica Amodio “rappresenta il cuore di ogni donna, di ogni uomo rispettoso e di ogni lavoratore che cerca di suturare i tagli all’animo inflitti da un sistema aziendale votato all’arrivismo e al profitto, alla ricchezza e al potere, con la solidarietà tra i lavoratori stessi“. Un cuore che, nonostante i colpi e le fragilità, continua, imperterrito, a battere.
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