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Bai Xianyong
Gente di Taipei
di: Bai XianyongStorie di esilio e storie di invecchiamento, quando l’ottimismo e i sogni giovanili si sono trasformati, nella fredda luce del mattino, in rimpianti e nella realtà di una vita di stenti.
A cura di Antonio Leggieri
Quattordici storie, o forse sarebbe meglio dire quattordici ritratti di personaggi in esilio volontario, paralizzati nella loro nostalgica rievocazione del passato e della madrepatria; fra partite infinite a mahjong, piatti prelibati, brindisi e abiti tradizionali, tutto serve a creare l’illusione di essere ancora sul Continente, di essere giovani aitanti, o fate ammaliatrici, e di ricoprire ancora posizioni di prestigio nei propri circoli sociali. Sullo sfondo di una città spesso fredda e piovosa, contro un vento impetuoso e noncurante, malinconiche odi al tempo e alla gloria che furono si sviluppano in appartamenti fatiscenti e giardini appassiti.
Bai ha creato una serie di capolavori che raccontano il cambiamento della morale e dei costumi del popolo cinese moderno a partire dalla metà del XX secolo. Di queste opere, Gente di Taipei gode senza dubbio dello status più importante, con un’intensità di visione paragonabile a Dubliners di James Joyce. Nonostante i loro background ed esperienze variegate, i protagonisti hanno una cosa in comune: non riescono a lasciare andare i ricordi dei loro giorni passati…
… il risultato più alto nella storia della letteratura contemporanea cinese. –
Patrick Hanan, Harvard University
Un maestro della ritrattistica. – Henry Miller
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